Vi sono persone che si esprimono con grande facilità e comunicano ad altri le loro cose anche le più importanti. Queste danno grande valore alle loro comunicazioni anche se talvolta chi le raccoglie non vi dà molta importanza.
Altre persone hanno invece la tendenza a tenersi dentro le loro cose e si confidano soltanto quando hanno la certezza che chi le ascolta possa dare loro il valore che meritano.
In questi anni abbiamo incontrato persone che con grande facilità ci hanno raccontato di avere avuto degli avvistamenti o degli incontri ravvicinati veri e propri e anche di essere stati presi a bordo di dischi e astronavi non terrestri.
Altre apparivano molto riservate, ma avendo letto il libro “Angeli in astronave” o avendo partecipato a degli incontri su questi temi o solo avendo ascoltato su internet delle interviste, erano contente di confidarsi per testimoniare alcune loro esperienze personali. Sentivano di essere capite e accettate.
Vi sono anche quanti non hanno mai avuto né avvistamenti né incontri ravvicinati né contatti extraterrestri o mistici, i quali, in ogni caso, hanno espresso il loro “credo” verso queste realtà spirituali, extraterrestri e mistiche. Sono innumerevoli le persone che abbiamo incontrato e che avevano questa fede in sé stessi pur non avendo mai fatto personalmente esperienze tali da avere una dimostrazione tangibile.
A molti verrebbe voglia di indagare da dove sia venuta loro questa certezza interiore nonostante non abbiano mai vissuto nulla che vada oltre il teatro visibile di questo mondo. Non regge la ragione che da piccoli hanno fatto i chierichetti o sono stati in collegio dalle suore o altro. Infatti vi sono persone cresciute in famiglie dalla filosofia e dalla pratica positivista, dall’ottica atea o miscredente. In queste famiglie essi avevano respirato un’aria che credeva soltanto a quello che veniva toccato con le mani fisiche. Eppure queste persone, cresciute in simili ambienti, avevano una fede incrollabile, credevano assolutamente in queste realtà superiori. Potremmo citare tante situazioni, tanti casi che nei nostri incontri si sono mostrati tali.
Abbiamo scritto precedentemente che molti figli di Dio scendono in missione in questo mondo entrando in un oblio che fa loro dimenticare chi sono e la loro appartenenza. Ce lo ha detto l’arcangelo Raffaele ed è scritto in “Angeli in astronave”. Alcuni perdono l’oblio e riacquistano il ricordo della loro provenienza in rapporto alla loro missione. Altri mantengono l’oblio ma nella loro coscienza è presente la loro appartenenza con i valori fondamentali della loro missione.
Parlano la stessa lingua che permette loro di comprendersi senza fraintesi quando trattano di queste cose. Essi, sia che ne abbiano fatto esperienza personale sia che no, raccontano cose che da sempre vivono dentro di loro e mostrano una conoscenza interiore che li accomuna.
Questo avviene, si rende possibile, quando si entra in uno stato dove ci si riconosce e dove anche l’immaginario interiore ricorda, riporta, fa emergere e riconoscere i connotati di una stessa appartenenza e provenienza, di una stessa missione, pur se nelle diversità umane di ciascuno.
Se andiamo all’estero, in un continente o in una nazione che parla una lingua diversa e incontriamo una o più persone che parlano la nostra stessa lingua, possiamo capirci e parlare. E sappiamo di avere una provenienza comune. La stessa cosa e molto di più vale per le cose spirituali ed extraterrestri.
In questi anni abbiamo parlato con tante persone, donne, uomini, anche giovanissimi e bambini, e ci siamo accorti che veramente parlavamo la stessa lingua, dicevamo che non sono di questo mondo, ed era come se ci conoscessimo da sempre. Potevamo proseguire a parlare per ore, per giorni e non sappiamo per quanto tempo, forse per sempre!
Questo fatto non è per nulla scontato, se si pensa che nel nostro mondo spesso non riusciamo a metterci d’accordo su piccole cose! È invece un fatto straordinario e non comune a tutti gli uomini. Perché le coscienze non sono tutte eguali e anche le appartenenze possono essere diverse.
Non ebbe Gesù a dire che le dimore della casa universale del Padre sono tante?
Gli Angeli ci dissero: “Vi incontrerete e vi riconoscerete!”
Sono già tanti anni che dialoghiamo a proposito di queste realtà e ci sembra sempre di avere iniziato il giorno prima. È come un interminabile film che si svolge nel tempo e da tanto tempo riportandoci spesso a dei déjà-vu, a cose che sono presenti da sempre in noi e che sembrano diventare sempre più presenti. Come se provenissero da tantissimo tempo fa e da sempre fossero presenti e proiettate verso il futuro. È una sensazione liberatrice e benefica che chi la vive sente il bisogno di trasmetterla.
Quanto ci accomuna non ci sembra una cosa da poco, trascurabile, che non debba portare a una profonda riflessione per tutti noi: si apre un sentiero grande e percorribile, pieno di luce e di ricchezze interiori che si riflettono anche sulla vita pratica di ogni giorno. Anche le tante diversità ci possono arricchire grandemente se le viviamo con amore e rispetto per tutti e per tutto. Questo avviene da tanti anni, da quando abbiamo iniziato a testimoniare i fatti che sono raccontati in “Angeli in astronave” e in altri scritti che ci riguardano.
Una cosa che accomuna i discesi in missione sulla Terra ed è fondamentale, un comune denominatore, è il grande desiderio di poter conoscere e vivere quello che gli Angeli chiamarono “Amore Universale”. E poiché sulla Terra a molti l’amore universale o non piace o pare un’utopia, in coloro che lo attendono da sempre e vi credono c’è un’attesa sofferta che va crescendo di pari passo col peggiorare delle cose in generale.
Eppure tutte le profezie di ogni tradizione religiosa, e anche della Bibbia, hanno predetto da sempre il giorno che sulla Terra avverrà questo cambiamento generale. E non interesserà solo il nostro pianeta, ma avrà una ripercussione universale.
Vi sono pensieri, sentimenti, emozioni, attese, scelte e altro in comune che porta queste coscienze verso una volontà ferma e coerente di cambiamento interiore, di nuovi orizzonti per sé stessi e per gli altri, per il nostro mondo. Interiormente c’è come una gioia, vorremmo dire quasi una “sana frenesia”, nel volere questo cambiamento e nell’esprimere la propria amarezza per quanto avviene nel nostro mondo che va in generale in senso contrario alle leggi dell’amore universale.
Quando si parla delle profezie che preannunciano il grande cambiamento, quando si esaminano gli avveramenti di tali profezie nel tempo e i segni che ci stanno portando verso la soluzione definitiva, la gioia si esprime in vari modi, a seconda di ogni persona, ma si esprime!
C’è una condivisione gioiosa di questa prospettiva che parla chiaro circa la stessa appartenenza, la stessa visione delle cose, la stessa fede che illumina una provenienza, una coscienza di missione unitaria. È come un grande, immenso esercito della stessa luce, della stessa fede, della stessa azione spirituale, unitaria, presente quaggiù ma appartenente a lassù. “Vi incontrerete e vi riconoscerete!”. Si tratta di un riconoscimento interiore, profondo, che viene prima e va dopo il tempo. È una realtà difficilmente riconoscibile con i criteri umani, ma che ha radici profonde nello Spirito, nella vita che viene da oltre e che va oltre…
Gesù stesso dichiarò di essere in questo mondo, ma di non essere di questo mondo. E aggiunse con altre parole, ma il senso è questo, che, chi la pensa come Lui riguardo all’amore universale, è in questo mondo ma non è di questo mondo. Non sono parole di disprezzo per questo mondo e nemmeno verso le persone di questo mondo che la pensano diversamente. È invece un dire che fa chiarezza su come si intende il valore della vita, della creazione, dei fini dell’uomo e così via. C’è una contrapposizione: c’è chi crede che debbano essere necessari l’egoismo, il fine vantaggioso personale o di gruppi, come se tutti gli altri dipendessero da loro, e la violenza per vincere, pur se mascherata di buone ragioni. E c’è chi invece aborrisce ogni egoismo, desidera fortemente il bene di tutti e non pensa che sia un’utopia, e non sopporta che vi sia la violenza come mezzo, per nessun motivo.
Potremmo continuare a citare realtà di questa contrapposizione, ma non serve a chi comprende bene quanto stiamo dicendo. Noi non pretendiamo di fare nulla, ma vogliamo solo testimoniare quanto ci è stato dato nel messaggio degli Angeli. Anche i profeti dissero che un giorno sulla Terra ci sarebbe stato un forte suono di tromba degli Angeli di Dio per radunare gli uomini della Terra, fare cessare l’ingiustizia e la violenza e indire finalmente il regno della pace, della giustizia e dell’amore universale. La contrapposizione sta anche in questo: c’è chi ci crede e chi assolutamente dice è una favola!
Tutti coloro che hanno fatto esperienza spirituale interiore o esteriore, o di contattismo positivo e spirituale, o che hanno ricevuto messaggi dal cielo, tutti coloro che sentono un’appartenenza a questa missione d’amore universale sanno e quindi affermano che è vero. Tutto sta andando in modo da farci sentire sempre più vicino quel cambiamento, quel giorno grande e tanto atteso.
Gli scettici possono portare le argomentazioni più valide prese dalla logica razionale, ci possono sciorinare le dottrine scientifiche più indiscutibili, ma non potranno mai scalfire quanto è scritto nello spirito e nel cuore di chi conosce questa verità universale. Tutto questo fa parte del disegno creativo originario con il quale Dio ci ha dato la vita e successivamente ci ha chiesto di scendere e andare a vivere in un mondo di redenzione dove è scorso il Sangue Divino di Cristo e dove in ogni tempo della storia di questo mondo troppi martiri hanno dato la loro vita in modo cruento e incruento. La loro colpa è sempre stata quella di non condividere la violenza, l’odio, la negazione della bontà di Dio e del suo creato. Hanno subito cattiverie, torture e ingiustizie innominabili. La loro testimonianza è scolpita nel cuore di chi crede nell’amore universale del Creatore e il loro sangue grida dalla terra al cielo, dal mondo fisico ai mondi astrali e alle dimensioni spirituali l’urgente necessità che Gesù possa fare nuove tutte le cose con tutti gli uomini di buona volontà.
Per questo l’Apocalisse fa dire ai martiri di ogni tempo che si rivolgono a Dio:
“Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. E gridarono a gran voce: «Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?». Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro” (Apocalisse: 6, 9-11).
Nella Sacra Scrittura la parola di Dio è la parola dell’amore e della testimonianza dell’amore di Dio, del prossimo, verso sé stessi e verso la creazione tutta. La giustizia che essi chiedono non è quella umana della vendetta e del mettere a morte i nemici. Il vendicare della sacra Scrittura coincide con il fare cessare il male, l’odio e l’ingiustizia con il cambiamento interiore ed esteriore, con alla base la conversione dei cuori. Essi chiedono che finalmente l’Agnello, Gesù Cristo, torni come ha promesso per fare nuove tutte le cose e ricapitolarle nell’amore universale.
È previsto che quando ci sarà “il basta” dei martiri, di coloro che soffrono in vario modo per la violenza e l’ingiustizia di questo mondo, finalmente venga il giorno del cambiamento per tutti e per tutto. Su questo argomento vorremo ritornarci in modo più esauriente.
Intanto, come sono operanti questi operai spirituali che hanno una coscienza dell’ultima ora prima del cambiamento? Già la loro provenienza e appartenenza è operante. Siamo canali di tutto ciò che Dio sta portando in questo mondo. Con i suoi Angeli, Dio sta portando tanto materiale per costruire il nuovo tempo.
Anche se al mondo non sembra, il tempo è vicino e tutti vedranno questo atteso cambiamento. Anche questo è scritto nel cuore di questi discesi in missione, come ebbe a dirci Raffaele. E fa parte di questa nostra testimonianza. Noi non abbiamo chiesto di esserne testimoni. Ci è stato chiesto, come è scritto nel libro “Angeli in astronave”.
Ogni disceso in missione porta quotidianamente il suo mattone per la costruzione della nuova era. Non ci facciamo ingannare dal fatto che il mondo contrario all’amore universale fa molto chiasso mentre i veri operatori dello Spirito sono più silenziosi, discreti e rispettosi. Noi siamo certi che la luce vince le tenebre così come la luce del sole vince silenziosamente ogni mattina il buio della notte.
Una maggiore conoscenza spirituale ci può aiutare a risvegliarci, a fare cadere l’oblio nella nostra coscienza. Ed è inevitabile che si verifichi una contrapposizione con una conoscenza che ricade e ristagna nelle logiche razionali che mettono in discussione tutto dello Spirito. I discesi in missione non possono venirne offuscati, anche quando si possono creare situazioni di confusione e di dubbio. Nella coscienza di questi eletti dopo ogni crisi che può servire a crescere, riemerge la verità della loro testimonianza in questo mondo. Dopo ogni notte il sole risorge più radioso.
Non stiamo parlando spiritualmente di pochi addetti ai lavori, ma di tutti gli uomini di buona volontà, di tutti coloro che vogliono un mondo pieno dell’amore di Dio e del prossimo, della pace, della giustizia e della verità secondo quanto Dio ha scritto sin dal principio nel cuore di suoi figli.
Non siamo persone che vedono tutto nero, che non apprezzano le cose buone di questo mondo, che non sanno riconoscere il tanto bene che circola nelle persone, negli ambienti e nella bellezza della creazione. Non siamo bacchettoni nel senso di essere rigidi e bigotti. Amiamo la vita e le cose belle. Ma non possiamo non accogliere il messaggio degli Angeli, di Gesù, della Madre Divina e di tanti Fratelli che ci hanno portato l’eco di tanto dolore, di tanta ingiustizia, di tanta violenza che si stanno abbattendo nel nostro mondo, compresa la distruzione del nostro pianeta.
I discesi in missione sanno tutto questo, lo sentono e lo vivono, avendo una chiara coscienza che presto ci sarà il cambiamento profetizzato.
In questa comunione spirituale, in questa attesa, nel cuore umile e forte degli Angeli e nell’amore universale del Creatore, vi diamo il nostro abbraccio fraterno.
Vostri Giorgio e Pamela.
24 aprile 2018